Dal flusso di sguardi complici che Giovanni Atzeni (trentaquattro anni) rivolge alla sua compagna Ilaria Bisconti (trentanove anni) si intuisce che macchina fotografica e taccuino non sono proprio il suo mondo. Insieme da ormai quindici anni, Giovanni e Ilaria sono di fatto una cosa sola: amore, amicizia, confidenza, sincerità e intenti comuni. Il primo di questi è il figlio Mattia, ormai undicenne, un carattere forte e sempre in movimento, che assorbe molto del tempo di questa coppia che talvolta suscita invidia per questa loro unione solida che si respira standoci insieme anche per poco tempo.

Giovanni è un fantino del Palio di Siena da sedici anni, da quel lontano 2003 quando galoppò per la prima volta in groppa ad Alesandra con il giubbetto del Nicchio, che gli dette il soprannome di battaglia “Tittìa”.

Da quel momento il Tittìa ha corso trentatré volte il Palio, vincendone sette e facendo ben due “cappotti” (2013, Oca e Onda e quest’anno, Giraffa e Selva), cosa che non può passare inosservata.

Cosa faresti e non rifaresti nella vita e nel Palio?

Nella vita quotidiana mi sento un ragazzo fortunato, mi sono realizzato in tutto e per tutto, nel lavoro, nella famiglia, quindi nessun rimpianto e nessun rimorso. Mi sento davvero sereno dentro e sinceramente non mi sembra poco.

Nel Palio penso di aver fatto quasi tutto bene e di non aver mai lasciato niente indietro e niente al caso. Sicuramente non rimonterei magari certi cavalli che pensavo fossero buoni ma poi mi hanno deluso in corsa.

Ci pensi mai che su trentatré Palii corsi ne hai vinti sette e addirittura hai fatto due cappotti?

Ci penso spessissimo, sicuramente è il sogno di tutti i fantini, la massima aspirazione per la carriera, il Palio mi ha ripagato per tutti quei sacrifici che faccio quotidianamente da anni.

La tua giornata com’è organizzata?

Sveglia alle 5, si arriva fino a mezzogiorno con il lavoro di scuderia e l'allenamento dei cavalli. Il pomeriggio si riparte alle 16 e si finisce verso le 19.30. Oltre all’allenamento dei cavalli ho anche il mio: in palestra almeno due volte a settimana e dieta ferrea. Questo chiaramente nel periodo estivo dato che gli impegni lavorativi sono d’estate.

D’inverno invece?

Non mi fermo mai, nemmeno nei mesi invernali. Il lavoro di allenamento dei cavalli continua ma senz’altro da settembre fino a gennaio stacco finalmente la testa, è lavoro puro senza guardare l’obiettivo, posso dire che è soprattutto un relax mentale. Non vado in palestra e mi riguardo molto meno nel mangiare.

Oltre l’allenamento ci sono anche le pubbliche relazioni, non solo con le dirigenze del Palio di Siena. È faticoso?

No, anzi, è una cosa che mi piace molto, mi sento completamente dentro al meccanismo e credo anche di essere bravo a vendere il prodotto Atzeni! Sono timido sì ma solo davanti alle telecamere e ai microfoni, non certo nel lavoro.

Dopo quindici anni, quanto è importante Ilaria per te?

In ogni risultato raggiunto la sua presenza è stata davvero fondamentale, direi almeno per il 50%.

Quanto è cambiata la tua vita con l’arrivo di Mattia?

Un figlio ti cambia la vita senz’altro ma certo è che adesso non posso veramente immaginarla senza. Vivo per lui, faccio tutto per lui, il mio primo pensiero è lui.

Ti dà anche soddisfazioni perché sta seguendo le tue orme.

Vero, ma deve migliorare ancora tantissimo.

Te ne rendi conto vero che non sei mai contento? Che vuoi sempre il meglio?

Tanti mi dicono che questo è un difetto e forse lo è davvero, non lo so, non riesco mai a godermi le cose appieno, arrivo a un obiettivo e dal giorno dopo c’è il prossimo. Una frenesia dentro di me che non si ferma mai. Mi sembra alla fine di aver fatto molto ma non abbastanza: non mi sento di avere niente in più degli altri, ho fatto in fondo quello che hanno fatto tutti.

Ma se non fosse così non saresti arrivato dove sei adesso…

Tornando al Palio quanto contano i rapporti con le dirigenze di Contrada?

Moltissimo. Negli anni sono riuscito a portare avanti rapporti bellissimi e solidi che hanno dato vita anche a belle e sincere amicizie e soprattutto ad affetti particolari e importanti. Penso che questo faccia la differenza anche nei giorni del Palio, so bene che in un rapporto che viene da lontano posso dare molto di più.

Fai quindi scelte di cuore mettendo da parte i soldi.

Sempre. Non ho mai guardato il denaro, mi sono sempre trovato bene a fare così. Sono sempre stato trattato bene anche senza parlare di soldi cercando la situazione migliore.

Secondo te perché voi siete in qualche modo una coppia un po’ invidiata? Forse perché non avete mai dato modo di fare gossip?

In verità non mi sono mai accorto di questa cosa, me la fai notare te adesso. In famiglia siamo molto uniti in tutto e per tutto, molto riservati, sarà per questo. Non mi sento invidiato nemmeno a livello lavorativo figurati… sarà perché io, invidioso, non lo sono mai, non è un sentimento che mi appartiene.

A luglio Giraffa e ad agosto Selva. Il 17 cos’hai pensato?

Che negli ultimi quattro anni non arrivava il risultato e in quest’anno ce l’ho fatta invece ben due volte. Quando mi pongo degli obiettivi penso sempre a quello massimo, riuscirci e svegliarsi con questa consapevolezza… non si può chiedere di più! Dire ce l’ho fatta non capita a tutti. Il secondo pensiero però è “ora si riparte”.

Vinci il Palio, alzi il nerbo, la prima sensazione?

È un attimo, è una sensazione di liberazione da tutte le tensioni. Tutti i Palii provo la stessa cosa ma è vero anche che non tutte le Carriere sono uguali. Un turbinio di emozioni che dipende da quanto è che non vinci, da come vinci, da come sono andati i quattro giorni, da quanto è stato difficile il cavallo. Alla fine tutti i Palii sono diversi.

Si avvicina improvvisamente Ilaria e ne approfitto per alcune domande.

Ila, qualche domanda al volo anche a te… quanto sei importante negli obiettivi raggiunti da Giovanni?

Il 50%! Scherzi a parte, sono importante come tutte le donne che hanno il marito con un lavoro impegnativo, che stanno vicino al compagno in tutte le decisioni importanti. Cerco di dare sempre il maggiore e migliore appoggio.

Interviene Giovanni: “Io mi spacco le ossa e lei ci mette la faccia!”

(Ridono, ndr).

Ilaria, l’hai accompagnato praticamente dal suo esordio, quanto è cambiato in questi anni?

È cambiato molto, è più maturo e sicuro, soprattutto più riflessivo rispetto all’inizio.

Ripeto anche a te la domanda fatta a Giovanni. Siete una coppia invidiata, che non ha mai dato adito a pettegolezzi… l’avverti questa cosa?

Un po’, credo perché siamo molto uniti. Cerco di essere una presenza rispettosa ed educata nei confronti del suo lavoro e dei rapporti sociali che nel mondo del Palio Giovanni deve portare avanti. Fino a poco tempo fa non ci ho mai fatto caso ma ultimamente l’ho notato forse perché viviamo abbastanza isolati, ci circondiamo solo delle nostre famiglie e degli amici più stretti e quasi sempre a casa nostra. La vita mondana non ci appartiene. Questo non significa che non discutiamo o litighiamo come accade in ogni rapporto.

Giovanni, hai detto che i soldi non hanno mai fatto da bilancia nelle tue decisioni ma, onestamente, quanto sono importanti?

Per mandare avanti la scuderia c’è bisogno di soldi, e tanti direi. Ho dei ragazzi che mi aiutano, in più la casa è grande e i bisogni quotidiani della famiglia sono molti. Le mie radici sono umili, sono arrivato a Siena senza un centesimo in tasca e con i miei sacrifici sono arrivato ad avere tutto questo. Adesso ho davvero tutto e ringrazio i soldi per questo ma non si ottiene tutto gratuitamente. I soldi hanno un grande peso, lo avevano all’inizio quando avevo pochissimo e ce l’hanno adesso che devo mandare avanti il lavoro non solo mio. Inoltre senza denaro è molto più difficile fare uno scatto avanti anche a livello professionale.

Il rapporto con i tuoi colleghi.

Li definirei rapporti normali, con qualcuno un bel rapporto, con qualcuno non tanto, con qualcuno per niente. Qualcuno lo posso invece definire amico.

La lontananza dalla tua famiglia la senti molto?

Sì, certo. Moltissimo, siamo molto legati da sempre.

Come passerete le festività natalizie e quelle di fine anno?

Il Natale con la famiglia di Ilaria, che farà anche la cuoca con l’aiuto dei genitori. Il capodanno con gli amici più stretti, quelli di sempre con cui lo passiamo insieme da anni qui a casa nostra.

Cosa ti aspetti dal 2020?

Un altro cappotto! Mi sa che chiedo troppo… comunque vincere senz’altro. Inoltre fare meglio di come ho fatto perché so che posso farlo. Nella vita quotidiana serenità e salute, per il resto mi sento di avere quasi tutto.

Dentro i box i cavalli iniziano a scalpitare e mi rendo conto che il lavoro pomeridiano dell’uomo che vinse due volte deve iniziare.

Il tempo è terminato, spengo il microfono e mi soffermo qualche istante a salutare tutti con l’affetto di sempre. Mi incammino verso l’auto con una convinzione: Giovanni starà già pensando a cosa dire alla prossima intervista. E così sia.