Tutti ormai, quasi per vezzo di moda, lamentiamo l'eccessiva invadenza del commercio natalizio, ma pochi vi rinunciano. Il Natale alla fine è contagioso, perché credenti o no, tutti sentiamo un po' il bisogno di un mondo migliore, un mondo che rinasca dalle tante luci che pur riverberano, come tremule stelle, nelle tenebre di questo secolo: è la favola del Natale che affascina tutti, piccini e grandi, compresi quelli che ostentano indifferenza, poiché trattasi, nella maggior parte dei casi, di una grottesca richiesta di attenzione dal mondo.

Tutto fuori appare tenebra: la pace mondiale sempre più minacciata dagli interessi di parte, la natura che si rivolta e azzanna con violenza quello che l'uomo pensava di aver conquistato con la scienza, tante notizie navigano alla velocità della luce da un capo all'altro del mondo, ma l'ignoranza dilaga. Tutto è tenebra, e ci sconforta non vedere la strada da percorrere, il sentiero su cui posare i piedi. Se solo avessimo il coraggio di guardare in alto! Perché se nel buio alzi il capo, ti rendi conto che brillano le stelle. e fra tutte ce n'è una che non si muove mai, sta ferma lì ad indicare il settentrione, a segnare il cammino di chi decide con coraggio di viaggiare anche nelle tenebre, perché si sa, la notte non dura per sempre.

Che strano destino ha la stella polare: essa indica sempre l'unico punto dei quattro cardinali, il nord, da cui il sole non passa mai; sorge a oriente, si staglia più in alto a meridione e cala a occidente. Il nord è il punto della tenebra, quello che tutti eviterebbero per non sperdere i passi del cammino, eppure è l'unico punto che segna l'unica stella fissa del firmamento.

A questo punto ognuno tragga l'insegnamento che vuole da queste metafore, e se non dicono niente di più di quella che è l'esperienza di tutti, abbiate a cuore almeno l'auspicio: siate stelle che brillano e che illuminano le tenebre. Stelle che ruotano intorno ad una stella fissa che quest'anno si è acchiocciata in piazza del Duomo, proprio davanti al più grande monumento alla carità, umana e divina, che l'uomo abbia mai pensato nella nostra Siena. Parlo dell'antico Spedale, vestigia di quello che fu, che è e che sarà sempre il mezzo unico col quale l'uomo vince ogni oscurità di male: sognare un mondo migliore, e amarlo per realizzarlo.

Buon Natale Siena. Riparti dalla tua stella davanti al Santa Maria. Riparti dalla luce, che pur tenue, brilla nel buio e vince ogni tenebra di disperazione: àmati Siena, te lo meriti!