Gioia Cresti, senese doc, da qualche anno tenente della Contrada di Valdimontone. Un ruolo che solitamente è ricoperto da uomini ma che Stefano Marchetti, capitano di via dei Servi, ha proposto a Gioia la quale ha accettato con entusiasmo consapevole del grande lavoro che c’è dietro al Palio.

Chi è Gioia Cresti?

Sono una donna di campagna e così mi piace definirmi. Sono nata e cresciuta a Siena, ma con una grande passione per gli animali e le vigne. Infatti quando comunicai a mia madre che avrei fatto agraria, non mi parlò per sei mesi: donna di altri tempi, cresciuta in via di Città, passava le sue giornate alla Chigiana; come poteva concepire che la sua figlia più piccola potesse studiare agraria? A parte gli scherzi, ho perso mio padre quando avevo cinque anni e mia madre è stata una grande donna, con tre figli piccoli, ci ha cresciuto con amore e fermezza, gli devo tantissimo e mi ha sempre incoraggiato nelle scelte di vita, sostenendomi, ma quando andavi in disaccordo con lei dovevi sudare sette camicie per portarla dalla tua parte.

Ho sgobbato tanto per fare un lavoro diverso, un lavoro maschile, l’enologo.

Noi senesi non sappiamo che siamo l’unica provincia in Italia, se non in Europa, ad avere la maggior parte delle denominazioni DOCG nel nostro territorio. Da donna, negli '90, è stato durissimo ma affascinante, nessuno - e ribadisco nessuno - credeva in te, erano tempi in cui le donne in campagna che comandavano non esistevano. Mi sono divertita tanto, con umiltà e pazienza sono entrata in un mondo maschile e con eleganza e competenza ci sono rimasta. La fortuna nella vita è una componente importante e io con la mia determinazione, ho collaborato per tanti anni con grandi enologi, i quali mi hanno permesso di avere una visione del mondo agricolo diversa.

Oggi posso solo dire, che sono una donna fortunata, lavoro come consulente in diverse aziende toscane e soprattutto, con mio fratello Filippo, abbiamo ricreato una realtà di riferimento nel territorio del Chianti Classico, l’azienda di famiglia.

La prima sensazione che hai provato quando il Capitano ti ha chiesto di ricoprire il ruolo di tenente.

L’anno scorso, a fine novembre, ero in partenza per Hong Kong, mi chiama Stefano Marchetti, amico, dicendomi: "Andiamo a cena?". "Stefano parto domattina, torno fra una settimana". E lui: "Bene Gioia,  quando rientri ci vediamo". Neanche per un attimo mi ha sfiorato l’idea che potesse chiedermi di fare il mangino. Nella settimana in cui ero via per lavoro, cominciarono ad arrivarmi strani messaggi da amici comuni, ma ancora non capivo, perché proprio non ci pensavo! Quando sono tornata ho visto Stefano il quale mi ha chiesto di fargli da tenente: ci sono stati cinque minuti di silenzio vero! Poi la mia risposta è stata una domanda, anzi due: "Perché? Sei sicuro?". E lui, da gran signore qual è, mi ha risposto: "Voglio una donna che mi accompagni in questa avventura e penso tu sia quella giusta".

Sinceramente, quanto ci hai pensato prima di accettare?

Dopo una risposta così, da donna senese, quanto ci avrò messo a decidere?

Beh... un nanosecondo... scherzo! Non sono così irrazionale, ho elencato i miei problemi e doveri, del mio lavoro e famiglia, dopodiché ho accettato l’incarico con grande orgoglio.

Il Palio è notoriamente un mondo di uomini. Te, donna, come ti ci muovi dentro?

Tutto il mio mondo è sempre stato maschile e io mi sono sempre mossa in punta dei piedi umilmente e femminilmente. Credo che nella vita bisogna sempre imparare quindi, quando si presenta una nuova opportunità, prima di muoverti devi capire.

Che sensazione provi se pensi al 29 giugno del prossimo anno quando entrerai per la prima volta nell’Entrone?

Credo che sarà un vero tuffo al cuore! Ma come faccio a rispondere onestamente, prima fammelo vivere...

Essere nel Palio porta via molto tempo, come concili il ruolo con la vita privata e il tuo lavoro nel mondo del vino?

Organizzazione innanzi tutto, poi devi essere coeso con chi condivide con te questa esperienza e cercare di far combaciare tutti gli impegni, che non sono pochi. A livello familiare ho un uomo speciale accanto, non senese, ma che ama il Palio, quindi capisce... quasi sempre!

Per lavoro viaggi molto, è una cosa che ti piace oppure un sacrificio?

Sì fortunatamente viaggio molto per il mondo, mi piace e mi gratifica, allo stesso tempo certe volte è un enorme sacrificio, ma chi è che non fa sacrifici? Siena per me è la mia casa, la mia vita, la mia storia, ma avere la possibilità di sentirsi cittadino del mondo ti crea una visione diversa dell’essere.

Tornando alla Contrada, le altre 'donne in rosa' come hanno accettato il tuo incarico?

Le 'donne in rosa', come sapete sono stupende, meravigliose! È stata una grande emozione, perché mi sono state molto vicine ed è bellissimo avere questo senso di appartenenza. D’altro canto noi siamo sempre stati una contrada in rosa, da grandi Capitani a grandi Priori, quindi mi auguro soltanto di fare anche io bene il mio lavoro.

Lasciando da parte il Palio, cosa ti aspetti dal 2020.

Sono un ottimista per natura, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno quindi mi aspetto tanto.