Questa opera,  a differenza delle maggior parte delle altre presentate in questa piccola rassegna, non è conservata all’Archivio di Stato di Siena, ma in Inghilterra, a Chatsworth, nella collezione del duca di Devonshire; non sono note le vicende che l’hanno portata lontana da Siena e in quella collezione. Soltanto nel 1948,  in occasione di una  mostra tenuta a Londra al Victoria and Albert Museum,  è stata riconosciuta e pubblicata da  Robert Eisler e da Giovanni Cecchini come proveniente dalla serie delle tavolette dipinte senesi. Nonostante sia mutila della parte inferiore, quella relativa agli stemmi e all’iscrizione, si ritiene infatti che sia stata commissionata dalla Biccherna.

Il soggetto è la solenne cerimonia che fu tenuta nel duomo di Siena alla vigilia della battaglia di Camollia del 25 luglio 1526.  Lo svolgimento del rito in quella occasione è descritto minuziosamente in una deliberazione del Concistoro datata 22 luglio e relativa all’offerta  delle chiavi della città all’altare della Madonna delle Grazie, secondo la tradizione di affidamento dei senesi alla Vergine, che risaliva alla vigilia della battaglia di Montaperti e che era proseguita nei momenti di maggiore pericolo. Domenico Beccafumi ha rappresentato magistralmente il momento più significativo dell’intero cerimoniale: il canonico della cattedrale, in nome della Madonna,  sta ricevendo dal priore del Concistoro le chiavi, accogliendo così l’offerta dei senesi, alla quale corrispondeva, nel sentire comune, il patrocinio mariano; davanti all’altare a sinistra alcuni cittadini, uomini e donne, in ginocchio a invocare la protezione della Madonna, a destra i governanti con l’abito da cerimonia  in una specie di processione.

Per il tema dell’immagine della città è senz’altro  interessante lo scorcio della cattedrale raffigurato, con l’altare della Madonna delle Grazie. Il dossale con al centro la Madonna delle Grazie, era stata realizzato, attorno al 1267, da  Dietisalvi di Speme, probabilmente per celebrare la vittoria di Montaperti. Nel 1447 il Comune aveva dato inizio alla costruzione in duomo di una cappella dedicata alla Madonna, al posto dell’altare dedicato a San Bonifacio su cui era stato da tempo collocato  il dossale. Nel 1455 si dava corso alla proposta avanzata dall’operaio del Duomo di segare (!) il dossale, togliendo le parti laterali e la predella, e riducendolo alla sola parte centrale, in modo da poter portare comodamente in processione l’immagine sacra. L’assetto dopo il 1455 dell’altare/cappella, con la venerata tavola ormai ridotta di dimensioni e inserita in un tabernacolo marmoreo, è  quello rappresentato nella tavoletta di Gabella del 1483 (alla quale ho dedicato una scheda in questa  rassegna sull’immagine di Siena). Nell’opera del Beccafumi la tavola con la Madonna delle Grazie, nel tabernacolo marmoreo posto sopra la mensa, si intravede a stento; il fulcro dell’intera composizione è il magnifico e raffinato altare marmoreo che si staglia sulla parete “zebrata” della cattedrale. Questo altare fu distrutto (!) nel 1659. La tavola - oggetto di devozione ancor più dopo lo scampato pericolo della peste del 1630 che le fece cambiare il titolo in Madonna del Voto - fu prima appesa alla parete, ma quasi subito  fu trasportata sopra l’altare della nuova cappella dedicata all’Immacolata Concezione, fatta erigere tra il 1660 e il 1662 da papa Alessandro VII Chigi al posto dell’antica Porta del Perdono.

Anche la nostra cattedrale ha subito nel corso dei secoli più cambiamenti, rinnovamenti e talvolta stravolgimenti, di cui le due tavolette di Biccherna del 1483 e del 1526 esaminate costituiscono una preziosa testimonianza.

 

Nell'immagine: Chatsworth, Devonshire Collection (inv. n. 52), Domenico Beccafumi,  “Atto di affidamento della città alla Vergine alla vigilia della battaglia di Porta Camollia”, 1526