È uno di quei giorni di fine settembre...in cui la mattina trovi una foglia sotto la porta di casa...discreto e cordiale invito dell'Autunno ad un ricevimento pomeridiano nella sua dimora.

La afferri dal gambo tra pollice e indice…e ne osservi in controluce le venature per scorgere la mappa della destinazione.

Ti vesti per l’occasione, calosce ai piedi e cappuccio in testa. Ti presenti puntuale all’ingresso. Un cancello di brezza si spalanca automaticamente. E il fruscio in lontananza ti indica che la festa è iniziata. Non sai perché ma acceleri i passi. Per timore di un ritardo invece nemmeno contemplato dal placido padrone di casa.

Autunno è mite e paziente, da sempre abituato ad aspettarsi. All’ingresso ti saluta. Ti chiede se hai nostalgia dell’estate. Gli rispondi “solo un po”, ma le spalle si alzano e tradiscono le tue parole. Poi ringrazi per l’invito e ti accomodi.

Non trovi porte nella sua dimora. Ma senti un’aria pericolosamente fresca che arriva dalle finestre. Ti penti di aver sudato. Le pareti hanno toni aranciati, le travi un marrone cupo, i soffitti ogni tono del rosso. I pavimenti sono soffici, pieni di cuscini di terra umida e muschio. Comodi per sedersi. E giocare a mettere ordine.