Viaggiare. Una parola praticamente sconosciuta nell’ormai passato 2020. E direi anche in questo 2021 che è appena cominciato.

Fra le tante cose che spesso ho dato per scontato c’è sempre stato anche viaggiare. Sapevo che l’avrei fatto. Con Chiara mettevamo i nostri soldi da parte sapendo bene a cosa sarebbero serviti. E continuiamo a farlo nonostante la situazione.

Sembrava naturale prenotare un hotel e salire la scaletta di quell’aereo che ci avrebbe portato in posti sconosciuti. Quest’anno, purtroppo, non è stato così.

Mi ha portato invece un vuoto nell’anima che non mi sarei mai aspettata. Non sono le ferie non godute o il meritato stacco dal lavoro. Mi sono resa conto che è molto di più. Perché viaggiando ho capito che ciò che più conta nella vita sono le esperienze.

Non scambierei nient’altro con il tramonto sul mare della Thailandia, la vista mozzafiato sulle “colline di cioccolato” alle Filippine e tutti gli incontri che ho fatto aspettando un treno un Vietnam o con il volo cancellato a Vienna.

Quello che veramente forma i miei ricordi migliori e le mie emozioni sono colori, sapori, odori ed esperienze vissuti in determinati momenti. Ho imparato che le cose più belle della vita non sono cose. Sono persone, posti, ricordi, sorrisi ed emozioni.

E poi niente meglio del viaggio mi ha insegnato l'importanza di essere minimalista. Non conta quante cose metti nello zaino, né quanti souvenir porti a casa (anche se sono una collezionista compulsiva!). Ciò che conta davvero di un viaggio, sono i ricordi che ti porti nel cuore. Svegliarsi in un luogo lontano e mai visitato prima, uscire dalla stanza e sedersi per fare una colazione davanti a paesaggi sconosciuti. Esiste una sensazione più bella di questa?

Quando quell’aereo decolla è il primo giorno del mio viaggio, non so cosa succederà ma so già che sarà straordinario.

Viaggiare mi permette di esplorare il mondo, le sue culture, le sue persone.

Mi auguro che presto quello che non abbiamo potuto fare ritorni perché ho bisogno di vedere cose nuove, di curiosare, di ridere con Chiara fino alle lacrime di cose che a casa mi farebbero solo infuriare, di immaginarmi storie sui miei compagni di volo, di parlare un inglese stentato ma fatto di tanti sorrisi, di dimenticare i miei comfort casalinghi e godermi gli imprevisti, godermi quella libertà che mi dà vedere le nuvole a 11mila metri da terra, là dove c’è sempre il sole.

Mi manca la libertà del viaggio: ogni giorno sono io che scelgo come riempire le mie giornate, dove andare e quando, non c'è una routine da seguire, non ci sono chiamate cui rispondere e orari prestabiliti. Mi sento l’artigiana di me stessa.

Quando viaggio c'è solo libertà.

Mi manca il capire che ho bisogno di poco per essere felice.

Quando viaggio ho pochi oggetti, pochi comfort e poche sicurezze. Eppure le mie giornate sono così intense, emozionanti e vivide che me le ricorderò tutte e per tutta la vita.

Chissà se questa è una sensazione solo mia o se qualcun altro starà sognando ad occhi aperti la prossima meta.

Come qualcuno ha detto “C’è chi ha nostalgia di casa quando è in viaggio e c’è chi, come noi, ha nostalgia del mondo quando è a casa”.

Buon viaggio, perché un altro viaggio ci sarà ancora.

Grazie a mamma e babbo che, fin da piccola, mi hanno insegnato l'amore per il mondo.