"Ci vediamo domani  mattina in classe" ci dicevamo tra colleghi il 4 marzo, ma la Scuola, così come la conoscevamo, verrà chiusa la stessa sera: niente più lezione in classe, niente più cambio di aula tra un’ora di lezione e l’altra, niente più scambi di saluti tra docenti e con gli studenti, con lezioni e incontri mediati dallo schermo di computer. Questa sarebbe stata la Scuola (a distanza) ai tempi del coronavirus.

Si è fatta e si fa scuola, una scuola diversa, che si è reinventata da sola, anche con fatica, grazie al contributo, piccolo o grande di tutti, di tutti coloro che  a vario titolo, con competenze e ruoli diversi, compongono la Comunità Educante che la caratterizza.

Una Comunità Educante  che da casa, davanti a uno schermo del computer che presenta le immagini, talvolta anche  vuote o nere, per risparmiare banda, degli studenti delle nostre classi. Ma si fa scuola! Non si è mai smesso di farla, utilizzando tecnologie nuove, prima inusuali, e supporti diversi da quelli cui eravamo abituati: videoconferenze, cloud, spazi condivisi on line, autoproduzione di materiali audio video, mail, chat di whatsapp. Ognuno ha utilizzato gli strumenti che aveva o che sapeva usare e imparando a usarne di nuovi.

Creare materiali didattici per la formazione a distanza (FAD) è un esercizio diverso dal fare lezione in presenza. Ci vuole tanto impegno e tanto lavoro: fare, rileggere, correggere, rifare, e via daccapo. Progettare una lezione per la FAD comporta la rimodulazione e la personalizzare degli argomenti con una particolare attenzione alla  durata delle spiegazioni, perché il tempo della FAD non è uguale a quello di una lezione in presenza. E poi realizzare materiali didattici digitali che si consumano velocemente. Predisporre materiali digitali per il recupero e l’approfondimento off line. Pubblicare tutto quanto sugli spazi condivisi. Correggere gli elaborati inviati dagli studenti sui più svariati tipi di supporti digitali che non si riesce quasi capire con che cosa li abbiano redatti, per rispedirli telematicamente.

Gli studenti hanno dato risposte a volte sorprendenti. Uno studente "bravo" lo è anche nella didattica a distanza, ma è piacevole constatare che qualche studente "capace ma che si applica poco" sia assiduamente presente alle lezioni in FAD e produca regolarmente elaborati dei compiti assegnati per le attività laboratoriali off line. Altri si presentano in FAD e poi… schermo nero e microfono spento. Dove saranno? Ogni tanto si devono sollecitare per capire se si siano volatilizzati oppure siano ancora presenti. Ma gli studenti partecipano interessati e continuano, come sempre, a interagire durante le lezioni chiedendo ulteriori spiegazioni o ponendo domande sugli argomenti trattati.

La scuola continua e va avanti, anche se diversamente, come sempre.

Le scuole, quelle fisiche, poi non si sono poi mai fermate. Dietro alle porte chiuse, con organici contingentati e restrizione dei giorni di operatività in sede, i collaboratori scolastici hanno garantito la fruibilità dei locali e il personale non docente ha continuato a erogare in presenza i servizi ritenuti "irrinunciabili". Gli assistenti amministrativi, i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi e i Dirigenti Scolastici in modalità agile, da casa, hanno continuato a lavorare agli adempimenti sistemici che quotidianamente consentono a milioni di studenti  di andare a Scuola, prima di persona ora virtualmente in FAD.

La FAD… domani ho lezione. Con le mie credenziali da Docente entrerò nella classroom virtuale e ammetterò i miei  studenti mano a mano che si autenticheranno, per problemi di sicurezza e privacy, e chiederanno di accedevi, e anche se parlerò in un microfono guardando uno schermo ritroverò il mio lavoro, quello che ho scelto di fare e che ancora mi piace fare.

Questa è la MIA Scuola (a distanza) ai tempi del coronavirus.