Leonardo Pisano divenne anche famoso per quella che passerà alla storia come la “Successione di Fibonacci” e cioè una sequenza di numeri interi positivi in cui ciascuno è la somma dei due precedenti. Questi numeri verranno anche detti “Numeri di Fibonacci”. Senza addentrarmi nei meandri della matematica, di cui non sono particolarmente avvezzo, concludo dicendovi che aveva scoperto una cifra costante che aveva come punto di arrivo il numero 1,618 ed il conseguente rapporto 0,618. Si tratta della famosissima “Sezione Aurea” o “Costante di Fidia”, anche detta “Proporzione Divina”, “Firma di Dio”, “Numero d’oro” o “Spirale divina”.

In realtà Fibonacci aveva trovato solo una strada certa per giungere a questo punto di arrivo, poiché è dimostrato che questo rapporto era conosciuto anche da altre popolazioni del nostro pianeta ed era usato (consciamente o inconsciamente), in vari ambiti, anche secoli e secoli prima. Quindi questa proporzione era applicata già dai Sumeri, dagli Egizi, dai Maya, spaziando dalla matematica alla scultura, dalla pittura all’architettura, dalla geometria alla letteratura, dalla musica all’astrologia. Per farvi capire meglio la sezione aurea non sarebbe altro che un numero già adoperato dalla natura e dal cosmo in modo intrinseco, forse selezionandolo in milioni di anni di esperienza nel nostro universo. Per questo viene chiamato anche “la firma di Dio”, come se fosse stato lo strumento con il quale un “creatore” si è basato per costruire il nostro mondo.

Vi farò alcuni esempi in cui risulta applicato il numero d’oro dall’uomo: La Grande Piramide di Cheope, il Tempio della Concordia, il Partenone, il Pantheon, la Cattedrale di Notre Dame, la Cattedrale di Colonia, il Duomo di Milano, il Portale di Castel del Monte, l’Architettura di Raffaello, di Le Corbusier, il Duomo di Siena, la Gioconda di Leonardo, l’uomo Vitruviano, la Venere del Botticelli, la Piramide di Teotiuacan in Messico…

Ora alcuni esempi esistenti in natura: nel corpo umano la distanza dal gomito alla mano (con le dita tese), moltiplicata per 1,618, dà la lunghezza totale del braccio; la distanza che va dal ginocchio all’anca, moltiplicata per il numero d’oro, dà la lunghezza della gamba, dall’anca al malleolo; anche nella mano i rapporti tra le falangi delle dita medio e anulare sono aurei, così il volto umano è tutto scomponibile in una griglia i cui rettangoli hanno i lati in rapporto aureo.

Ma anche la spirale di una galassia, la disposizione dei semi di girasole, le foglie del cavolfiore, il guscio delle chiocciole, I pistilli sulla corolla dei fiori, le pigne, le foliazione delle piante, le frequenze cosmiche, le ragnatele…

Nel Rinascimento, eminenti artisti, quali Leonardo da Vinci e Sandro Botticelli, rimasero affascinati e chiamarono “divina proporzione” il rapporto aureo, considerandolo la “chiave mistica dell’armonia” nelle arti e nelle scienze.

Nel 1500 Luca Paciolipubblicò l’opera “De Divina Proportione”, in cui al rapporto aureo attribuiva un significato mistico, “divino”. In conclusione, la “Sezione Aurea” è il punto di arrivo dell’uomo che, ricercando l’armonia dell’universo, ha trovato finalmente una formula che la rappresenta.

Scriveva Galileo Galilei: “La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi e agli occhi (io dico l’universo), ma non si può intendere se prima non si impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, né quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri sono triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intendere umanamente parola: senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto”.

Fatto sta che, se vi faccio vedere alcune figure, ad esempio dei rettangoli o dei triangoli e vi chiedo quale vi piace di più, voi sceglierete inconsciamente quelle che hanno (a vostra insaputa) un rapporto aureo. Il numero d’oro sembra dare alla visione dello spettatore una sensazione di geometrica armonia. Ma alla fine di questa, spero non noiosa dissertazione, proviamo a tirare qualche conclusione.

L’uomo, la natura e l’Universo sono inevitabilmente collegati tra loro da connessioni, leggi e canoni. L’armonia che esiste (per volere Divino o meno) sembra rispondere a delle regole precise che accomunano nella forma e nella sostanza il nostro mondo. Fibonacci, tra i tanti, ha trovato una delle strade per interpretare e dare un valore a questa armonia che collega il nostro Universo. Perché la natura risponda a delle regole matematiche non lo sapremo mai, ma la curiosità dell’uomo è talmente tanta che prima o poi sapremo anche questo.

 

Post Scriptum

A Pisa, dopo un restauro effettuato nella Chiesa di San Nicola in via Santa Maria, è emerso un intarsio che, secondo lo studio di Pietro Armienti, docente di Petrologia e Petrografia dell’Università di Pisa, recentemente pubblicato sul Journal of Cultural Heritage, ha permesso di interpretare le eleganti geometrie della lunetta sopra l’originario portale principale, come un riferimento alla celebre successione numerica individuata dal matematico Fibonacci.