Nel Comune di Rapolano Terme (Siena) dà ancora bella mostra di se un piccolo borgo di origini medievali chiamato Armaiolo.

Il toponimo ci suggerisce che probabilmente questo fu un luogo dove si fabbricavano armi e ciò sarebbe confermato anche dall’Estimo voluto dal Comune di Siena negli anni Venti del Trecento e che indica in quest’area un vero e proprio distretto industriale formato da ferriere e ben tredici mulini.

In precedenza, Armaiolo fu un castello dei Cacciaconti, già coinvolto nei primi scontri tra Siena e Firenze a partire dalla battaglia di Montalto della Berardenga (1207) che vide la vittoria dei fiorentini ed un altissimo numero di senesi fatti prigionieri. Le spese da sostenere per il Comune della Balzana furono molte e ci fu di bisogno di ingenti somme di denaro, per cui si ricorse ad una tassazione straordinaria da far pagare anche ai castelli e uomini del contado. Ed ecco appunto che nel 1208 compare uno dei primi documenti che testimoniano il “castrum de Armaiolum” ed il suo pagamento di Cento Libras di denari.

Una serie di documenti di poco successivi ai fatti di Montalto (anni 1212, 1227, 1235 e 1238) ci confermano come già il castello di Armaiolo ed il suo borgo fossero ambiti dalle famiglie senesi come i Piccolomini e i Tolomei, ma nello stesso tempo fossero ancora saldamente nelle mani dei Cacciaconti (specialmente il ramo degli Spadacorta e del fu Ubertino Bizzarre).  

Nella seconda metà del Duecento (anno 1275) compaiono anche prime notizie sulle due chiese di Armaiolo: la Canonica di S. Blasii de Armaiolo e l’Ecclesia S. Johannis de Armaiolo. Entrambe erano poste sotto la giurisdizione ecclesiastica della Pieve di S. Victoris di Rapolano e facevano parte della diocesi di Arezzo.

Intorno al 1390 sembra che le due chiese di Armaiolo fossero riunite in un’unica cura perché le ritroviamo nel libro delle decime come “S. Ioannis alias S. Blaxii de Armaiolo”.

Naturalmente una razionalizzazione delle parrocchie era più che spiegabile dopo la terribile peste del 1348 ed anche la drastica diminuzione degli abitanti che non raggiunsero mai più gli stessi numeri di inizio Trecento.

Dai dati dell’estimo (1322 circa) avevamo già visto che Armaiolo aveva una grossa concentrazioni di mulini, ma occorre dire che era in quel tempo anche densamente popolato. Infatti, questo castello dentro e fuori le mura, contava un centinaio di case, quattro palazzi, cinque casalini, quattro forni, senza accennare ai poderi in aperta campagna.

Per chi ancora abita ad Armaiolo o vi ha abitato parte della sua vita sarà interessante fare un elenco di luoghi che nel XIII e XIV secolo esistevano nei pressi del borgo e riuscire ad identificarli o sapere se qualcuno di questi porta ancora questo nome:

Vigne, Colle, Poggio, Renaio, Salceto, Piano del Bagno, Portonaia, Gualdimanno, Fonte Branda, Piano Nucum, Valcella Piella, Petriera, Capanna.

Una figura molto importante legata in questo secolo (XIV) ad Armaiolo fu senz’altro il notaio Ser Cristofano di Gano di Guidino, amico di Santa Caterina (Caterina Benincasa) che con i suoi scritti ci ha fatto conoscere meglio questo borgo e che qui esercitò per conto dello Stato senese la funzione di Vicario (durante il suo mandato acquistò ben due case e una cantina nel castello).

Per la sua posizione strategica Armaiolo subì varie volte attacchi militari come quello ad opera dei guelfi (1260), del Duca d’Albania (1524), durante la guerra di Siena (1554) quando i suoi abitanti si rifiutarono di arrendersi agli spagnoli e, per la loro fedeltà a Siena, ne subirono gravi conseguenze.

Con il passaggio al Granducato di Firenze molti beni di Armaiolo passarono inevitabilmente nelle mani di famiglie facoltose senesi e fiorentine a danno di quelle locali che scomparvero in gran parte.

Ad esempio nel 1692 i Signori Buoninsegni erano proprietari dei poderi Termine, Case, Cucculo, Capannaccia e Colle, mentre i signori Billò avevano l’Uliviera, Poderino e Casanuova al Piano, i Capacci Caggiolo, i Cerretani Monti Maggiori, gli Ascarelli il Palazzo, gli Amidei di Asciano Casa Rotta, i Feri Palazzetta, i De Vecchi Casalino, i Borghesi Casina, mentre rimanevano al Pievano Calamati il podere di S. Biagio e alla chiesa della Madonna al Colle Poggio Stitelli.

Armaiolo rimase un comune autonomo fino alle riforme lorenesi del 1777.