Eccomi qui, con un’altra estate ormai alle spalle.

C’è stato modo e tempo per rispolverare dal cassetto delle sensazioni certe pagine, certi odori, certi frammenti di vita.

Ed eccolo lì, il bambino che ero. Mi vedo fermarmi ad ascoltare lo scricchiolio dei grilli, il canto funebre delle cicale, curvarmi a frugare tra l'erba rossa e turchina, cogliere i fiori gialli delle ginestre. Tutto nel palcoscenico della mia adolescenza fra quelle due, tre strade che si attorcigliano alla piazza della Posta ed esplodono poi in un affaccio immenso sulla città vecchia. Eccomi a San Domenico, oppure oltre il campo sportivo e mi guardo intorno, nulla mi sembra cambiato: i cipressi a guardia del cancello ronzano come alveari, il sole al tramonto si riflette roseo nel lastrico grigio, nelle foglie argentee degli olivi. Già le prime ombre risalgono lentamente nella valle di Pescaia, su per i fianchi nudi della rupe di Fontebranda, con moto ambiguo di ragno e un morbido sonno cade dal cielo.

Eccomi qui, lo stesso che si innamorò all'istante della figlia del pollivendolo di via della Sapienza, dai capelli rosso fuoco, lo stesso vinto da una forza interna violenta e altrettanto scarlatta. Quella chioma rossa, quella fronte bianca illuminata di lentiggini mi davano uno stordimento febbrile. La vedevo che scendeva l'Incrociata con la sua andatura pigra e amorosa. Una sensualità già matura si sprigionava del suo seno, dai fianchi lisci, dalle spalle larghe e ossute. Coltivava già con metodica cura le sue curve pericolose quanto inevitabili. La sua sembrava una danza che, dagli sguardi degli uomini, pareva già darle molte soddisfazioni. Io intanto avevo già compreso che il piacere è una religione e il corpo è il suo tempio.
La seguivo con gli occhi per un lungo tratto: una strana inquietudine mi faceva tremare il cuore. Era un dolce terrore, una tenerezza timida e spaurita. Ed oggi sono davanti a quel ragazzo che ero. E vorrei corrergli incontro, trascinarlo via da errori e incertezze. Eccomi qui, con un'altra estate alle spalle e con la sola certezza di esserci.