"Raccontaci della bella signora di Cetamura che organizzava il Ballo Angelico!"
Gli amici spettinati dalla strada bianca percorsa quasi a corsa aspettano un mio racconto in questo pomeriggio. Dall'alto del poggio ci voltiamo indietro a misurare con l'occhio il cammino percorso. E un "oh!" di meraviglia mi rompe dal petto.

Le case di Siena si stendono in fondo allo sguardo, piatte e lucenti come un cristallo lievemente appannato agli orli. Le correnti incidono sul panorama disegnando arabeschi e geroglifici strani. Isole bianche vagano all'orizzonte. Un "gran mare" come lo avranno visto gli eserciti che si avvicinavano, secolo dopo secolo e guerra dopo guerra, alla città. E ne abbiamo viste di soldatesche arrivare in ogni tempo e sicuramente non sono ancora finiti quei tempi.

Là, sull'estrema opposta riva, il Monte Maggio si stacco incerto, verde e ocra. Remoti i monti che vanno oltre i boschi di Chiusdino. Si intravedono appena senza riconoscerli nella foschia. Un oscillar di vaghe forme azzurre è nell'aria, laggiù in fondo, azzurri i monti di Cetona e azzurra l'aria attorno all'Amiata.

È un suggerimento di paesaggio in questo troppo sole, non un vero e proprio paesaggio. Qualcosa di non finito, o di eccessivamente finito, è nelle linee di questa sorprendente natura. Par che il gran sole, l'intensa candida luce, abbiano sbiadito i colori, confuso i piani, alleggerito le masse. i volumi. Il valore del cielo in questo paesaggio è enorme. La bellezza della natura, qui, è assai più che gratuita: è un gioco.

È una bellezza greca o toscana. Un tempio, un colonnato dorico, non stonerebbero in questo paesaggio. Ecco perché la bella signora, nobile e forse nubile, volle giocare ai piaceri immensi di stupefacenti incontri carnali.

Tutta colpa di questo paesaggio: guardatevi attorno e non fate più domande. Ricordatevi di questo cielo, soltanto del cielo, con i suoi toni, le sue luci, i suoi riposi, i suoi abbandoni, le sue languide violenze.