Corradino Chigi fu un illustre senese che ricoprì cariche di altissimo rilievo sia in patria che fuori. Le cronache non ne parlano abbastanza in quanto visse nel periodo tumultuoso delle guerre d’Indipendenza ed è proprio quest’epoca che purtroppo poco appassiona gli studiosi e gli intellettuali della Toscana.

Egli nacque a Siena nel 1802 dal Conte Francesco Chigi e Maria Benedetti degli Useppi e, dopo aver frequentato la scuola della Marina di Genova iniziò la carriera militare nella Marina del Regno di Sardegna come sottotenente di vascello.

Nel 1825 partecipò ad uno scontro navale contro i Turchi dove si distinse riuscendo ad affondare due navi nemiche ed ottenne dal re Carlo Felice l’onore della “Croce dell’Ordine dei Santissimi Maurizio e Lazzaro”.  Nel 1839 divenne Capitano di vascello, ma decise di lasciare quel mondo e tornare nella sua Siena per non perdere la cittadinanza granducale.

Fu allora che il Granduca di Toscana lo nominò governatore dell’Isola d’Elba e pochi mesi dopo (1840) si sposò con la nobildonna Violante Camaiori.

Un anno dopo lasciò l’Elba, amareggiato da alcune false delazioni nei suoi confronti e si ritirò in Fivizzano, dove la moglie aveva molti possedimenti. Ma anche in Lunigiana la pacifica vita familiare durò poco in quanto tutta quell’area, dopo accordi diplomatici tra governi, doveva passare repentinamente sotto il ducato di Modena. Gli abitanti del posto lo nominarono Gonfaloniere nella speranza che si adoperasse per far rimanere quelle terre nel Granducato di Toscana, ma nonostante tantissimi sforzi Corradino Chigi non riuscì nell’intento e nemmeno ad evitare la successiva rivolta di quei popolani contro i modenesi e la successiva repressione dei tumulti.

Nella successiva guerra contro l’Austria ebbe il delicato incarico di ragguagliare il Granduca di Toscana sulle strategie militari di Carlo Alberto e nel 1849 partecipò in prima persona alla battaglia di Curtatone.

Fu qui che nelle file delle milizie toscane si distinse affrontando gli austriaci con sprezzo del pericolo e continuando a combattere nonostante una mitragliata gli avesse staccato un braccio.

Ancora oggi nell’Archivio dell’Università di Siena è esposta la divisa con la quale il Chigi combatté a Curtatone e al quale manca appunto tutta la manica sinistra. Nella stessa teca sono visibili le schegge che lo colpirono e che furono poi messe da parte dopo l’operazione chirurgica alla quale fu sottoposto, ma fanno bella mostra di sé anche altri cimeli quali la spada, il cappello, le medaglie al valore.

Successivamente divenne gonfaloniere di Siena su proposta di Bettino Ricasoli e ricopriva quell’incarico proprio quando la Toscana fu annessa al Regno di Sardegna (1859). L’anno successivo (1860) divenne Senatore del Regno e partecipò attivamente alla vita politica locale e nazionale entrando in contrasto con il governo su grandi temi quali la promulgazione del matrimonio civile e la soppressione delle corporazioni religiose (anno 1867).  

 

 

Divisa e sciabola di Corradino Chigi

 

Pur ricoprendo incarichi di rilievo non mancò mai di occuparsi della sua città ed infatti fu Priore della Contrada del Nicchio dal 1878 al 1881 che lo vide vincitore della carriera del 16 agosto 1878.

Corradino Chigi ebbe quattro figli: Francesco, Fabio, Antonio e Maria. Francesco intraprese la carriera militare, Maria si sposò col nobile Santi Occhini di Arezzo, mentre Fabio divenne l’erede universale di tutti i beni Chigi. Antonio invece, che fu l’ultimo dei figli, ne entrò in possesso successivamente e fu l’unico ad avere discendenza maschile con il figlio Guido (poi Conte) che fu un altro grande senese che diede lustro alla nostra città. 

Carlo Corradino Chigi, morì a Fivizzano il 26 marzo 1881, ma venne tumulato nella cappella dei Chigi all'interno del cimitero della Misericordia di Siena.