Il 7 febbraio è la giornata contro il bullismo. Un momento importante per affrontare uno dei mali dei nostri tempi. Più di quattro ragazzi su dieci, infatti - emerge dall'indagine realizzata dall'Osservatorio Indifesa di Terre des Hommes e ScuolaZoo che hanno raccolto timori e opinioni di ottomila ragazzi e ragazze delle scuole secondarie in tutta Italia - hanno subito atti bullismo (più i maschi delle femmine); sei su dieci hanno assistito a fenomeni di violenza in rete e non. Ma sono gli stessi adolescenti ad ammettere di non essere stati solo vittime di fenomeni di bullismo e/o cyberbullismo: un ragazzo su dieci dichiara di essere stato anche “carnefice”.

Perché è importante sapere cos’è il cyberbullismo e per quale motivo è fondamentale conoscerne caratteristiche, rischi e pericoli? La risposta è facilmente intuibile; perché si tratta di un fenomeno in costante aumento che può portare conseguenze anche gravi per chi lo subisce. Partiamo da una premessa importante. Il bullismo esiste da tempo immemore; la nascita del bullismo online è invece legato allo sviluppo dei moderni dispositivi tecnologici. Le nuove generazioni vivono in una società fortemente dipendente dalle tecnologie e dalla rete, al punto che spesso si ritrovano di fronte a una difficoltà oggettiva: distinguere ciò che reale da ciò che è virtuale. È palese che ciò che avviene online non è reale; ma è pur vero che ciò che è virtuale troppo spesso influenza e condiziona fortemente la vita reale. Ecco perché un’azione di cyberbullismo può rappresentare un pericolo serio per l’incolumità fisica e mentale della vittima. Non va sottovalutata dunque l’attività in rete di ciascun individuo che può portare in casi estremi anche ad atti penalmente rilevanti.  È in questo contesto che si sviluppa la piaga del cyberbullismo, termine con il quale si fa riferimento al cosiddetto “bullismo in rete”, per lo più su piattaforme digitali come internet e social network come Facebook, ma anche tramite canali telematici come Whatsapp. Chi ne è vittima si trova generalmente a dover fare i conti con pesanti vessazioni e intimidazioni telematiche, attacchi verso i propri profili virtuali e prese in giro sul proprio aspetto fisico e/o caratteriale da un singolo o da gruppi di persone. Coloro che lo attuano sono solitamente convinti del fatto di agire in una dimensione più libera che garantisce loro protezione e anonimato.

Siena non è rimasta inerme di fronte al problema e si è resa subito promotrice tramite il Magistrato delle Contrade e l’Università di Siena di varie iniziative per un uso corretto di Internet e dei social network nell’ambito del protocollo d’intesa “Cyberbullismo e altre distorsioni dei media digitali: la cultura del non rispetto” che è stato inserito nel progetto Salute in Contrada.
Primo risultato del lavoro e della collaborazione è stato un video nel quale oltre trenta giovani delle 17 contrade hanno raccontato il loro punto di vista sull’uso dei media digitali, e in particolare su comportamenti non corretti nell’utilizzo dei social network, anche in riferimento al cyberbullismo e altre forme di non rispetto. 
Il video è stato realizzato grazie all'apporto degli studenti dell’Università di Siena che frequentano il corso di “Giornalismo e nuovi media”. 
Altra importante novità è stata la nascita dell’app “Senza paura - Liberi dal bullismo”, prodotta dal Ministero dell’Istruzione e inoltrata a tutte le scuole secondarie di primo grado d’Italia. La app accompagna i ragazzi in un percorso pedagogico didattico sul tema del bullismo e del cyberbullismo, attraverso giochi, quiz e informazioni utili. 
La nostra città ancora una volta si è dimostrata ricettiva ai problemi dei nostri giovani e ha messo in atto interventi mirati per cercare di riuscire a prevenire i pericoli e i danni fisici, morali, psicologici e psichici che possono derivare da una nuova e pericolosa “piaga sociale” come questa.