Sara Cafarelli, 44 anni, senese, diplomata all’istituto d’Arte Duccio di Boninsegna ne ha fatta di strada. Infatti, quest'anno Sacaf - così il suo nome d'arte - ha esposto al museo del Louvre di Parigi, nel Salon International d’Art Contemporain, due sue opere inedite: "Thanks" e "Miami to Paris" che celebrano uno speciale momento della vita della contradaiola giraffina.

L'artista senese aveva già conquistato un'altra fra le gallerie più prestigiose al mondo nel 2013, il MoMa di New York.

"L'opera Thanks nasce in un momento in cui mi sembrava doveroso ringraziare il cielo e tutte le persone che mi sono state vicine durante questi anni. Thanks è l’ultimo atto di Reflection, la mostra che inaugurerò ad Amsterdam il 14 dicembre prossimo e che chiude un cerchio artistico. L’anno 2020, infatti, sarà per me un nuovo inizio. L’altra opera, Miami to Paris, è proprio il principio di questa nuova fase pittorica della street art. L’esposizione al Louvre e al MoMa sono arrivate per puro caso, non sono state cercate, un grazie mi sembrava dovuto” esordisce Sara.
Le chiedo se è consapevole di quello che le sta accadendo. "Che dire… sono una persona molto semplice e umile, a volte mi vergogno a dire le cose, a raccontare quello che mi sta accadendo, ho quasi paura a urlare la felicità, mi sembra possa farla sfuggire dalle mani. Mi emoziono anche solo a parlarne come senti. Lavoro intensamente, mi lascio poco tempo per pensare, quando mi capita vado a camminare e cerco di resettare i pensieri. Voglio costruire tutto mattoncino dopo mattoncino." Sentendo parlare Sacaf, mi viene un dubbio: sarà soddisfatta del lavoro fatto o, come altri artisti, riguardando i suoi quadri, troverà qualche pecca? "Io sono sempre soddisfatta perché vedo costantemente la mia evoluzione: ogni mostra ha la sua storia e quando metto la firma in un quadro so non lo devo più toccare. Pensa, riguardando le mie opere mi emoziono ancora perché sono legate comunque a un particolare momento della mia vita, a uno stato d’animo. Inoltre, mi piace il fatto che i miei quadri vadano in giro per locali e caffè letterari più che in gallerie, perché così prendono il convivio della gente: chi se lo mette in casa ha un quadro che ha preso già un po’ di vita." Volutamente, conoscendo Sara da anni, tocco una corda del suo cuore a lei molto cara: Siena e il Palio. Allora ritorniamo indietro nel tempo. Quasi un anno fa la nostra artista era nel Cortile del Podestà per la presentazione del Drappellone e del Masgalano in occasione del Palio Straordinario. "Essere di fronte a una città, o meglio, dentro la tua città, è un’emozione difficile da raccontare. Ti senti figlia di Siena e onorata di farne parte specialmente in un contesto come il nostro Palio: il masgalano è il premio che viene, come sappiamo, assegnato alla migliore comparsa, e io, come sai, sono cresciuta grazie a mio Babbo tra bandiere e tamburi biancorossi. Immaginati quello che posso aver provato in quel momento. Il mio sogno, non a caso, è di dipingere il Palio, come immagino ogni artista senese." Ho capito che Sara ha una vita movimentata e intensa, sempre in giro per il mondo... di fatto quando dipingerà? "Non ho orari né aspetto l’ispirazione. Amo mettermi all’opera semplicemente quando sono serena. Sono un’artista a modo mio come avrai capito, se non sono in pace con me stessa non dipingo e credo si veda dalle mie opere colorate e piene di significati positivi. Sono una persona di fede, questa mia energia quindi voglio che si sprigioni dalle mie opere, trasmettendo positività a chi le osserva." Tra qualche giorno daremo il benvenuto al nuovo anno, mi chiedo quale sarà l'auspicio della Cafarelli. "Mi auguro che la mia energia positiva possa colorare la città e che il mio colore possa sommergere le vie di Siena perché ne ha veramente bisogno. Tutti noi dobbiamo credere nella nostra città ed essere fieri di farne parte: io sono onorata nei miei viaggi di dire che sono proprio senese."

Termina così, più che un'intervista una chiacchierata, l'incontro con Sara Cafarelli e mi rendo conto che anche io in questo momento vorrei urlare al mondo la felicità e la positività che è riuscita a trasmettermi. Avanti così.